Turismo sì, ma in sicurezza

Turismo sì, ma in sicurezza

 

 

“Attrezzarci subito per far sì che la filiera del turismo possa riaprire in sicurezza”

Ecco il mio intervento del 12 aprile 2021, in veste di presidente della commissione sviluppo economico in consiglio comunale.

Siamo in un momento cruciale e di svolta dell’emergenza sanitaria che ci attanaglia da ormai un anno.

Se da una parte in Toscana, finalmente, l’incidenza dei contagi si è riportata sotto la soglia dei 250 casi ogni 100.000 abitanti, dall’altra (purtroppo) i nuovi contagi giornalieri restano molto elevati, ieri erano 1222. La variante inglese, più contagiosa e dunque più letale del virus originario, riguarda oggi l’87% dei nuovi casi e il 70% del totale. I reparti di terapia intensiva sono occupati oltre la soglia di sicurezza. Ieri avevamo 284 persone in terapia intensiva, molto vicino ai livelli massimi raggiunti il 20 novembre e il 31 marzo 2020.  Dal primo aprile a ieri in Toscana (11 giorni) sono morte 282 persone per Covid.

Bene hanno fatto i sindaci dei comuni metropolitani e Dario Nardella a evitare precauzionalmente una riapertura per singoli comuni. Troppo interconnessa è infatti l’area fiorentina con il territorio della provincia di Prato e con il territorio empolese, ancora sopra soglia, per poter pensare ad un’efficacia delle misure di contenimento in presenza di provvedimenti a macchia di leopardo.

Non esiste una contrapposizione possibile tra salute ed economia. Senza la prima non vi è la seconda non solo perché il contagio fuori controllo impone inevitabili misure restrittive delle libertà delle persone e delle attività economiche, a tutela della salute di tutti, ma soprattutto perché i comportamenti di spesa in particolare quelli legati allo svago, al piacere e al tempo libero sono comunque, anche se non vietati, impediti di fatto dalla percezione di pericolo e incertezza delle persone. Si pensi, in particolare, al turismo.

Come dicevo all’inizio, siamo oggi in un momento cruciale e di svolta dell’emergenza che ci attanaglia da ormai un anno. La campagna vaccinale sta evidentemente accelerando e se condotta contestualmente a una circolazione ridotta e sotto controllo del virus ci potrà portare davvero in un paio di mesi a una nuova fase di gestione della pandemia, contestualmente alla riapertura permanente e in sicurezza di tutte le attività economiche.

Questo è possibile se riusciremo a vaccinare le categorie più a rischio nei prossimi 60 giorni, ossia gli ultraottantenni e gli ultrasettantenni fino agli over sessanta. Si tratta un obbiettivo doveroso, non solo alla portata. Allora è chiaro che le terapie intensive si svuoteranno e con l’approssimarsi della stagione estiva saremo in grado di far ripartire la nostra economia, in particolare quella turistica non solo domestica (ma io spero anche europea e proveniente dagli Stati Uniti).

Dobbiamo però attrezzarci sin d’ora per far sì che la filiera del turismo possa riaprire in sicurezza, che la destinazione Firenze sia percepita come sicura all’interno di una Toscana sicura.

La letteratura più aggiornata sugli effetti sul sistema turistico della pandemia evidenzia alcuni fattori chiave che influenzano le decisioni individuali di viaggio e le azioni rilevanti per una ripartenza del turismo.

Tra questi il primo fattore ovvio, ancora una volta, è la percezione del rischio connessa ai contagi, per la quale occorre una comunicazione trasparente e coerente delle autorità internazionali, nazionali e locali, l’unica in grado di ristabilire la fiducia ed evitare infodemie.

Contestualmente, occorre un coordinamento internazionale sulle misure di salute e sicurezza per garantire   reciprocità nell’apertura delle frontiere e protocolli di controllo sanitario uniformi per gli aeroporti: un coordinamento che dovrà restare in vigore, anche a emergenza finita, perché in ogni caso dovremo convivere ancora a lungo con il virus. Infine, l’idea di green zone entro le quali i turisti si possano muovere in sicurezza è certamente da valutare con grande attenzione.

Quindi sì al passaporto vaccinale e sì a pratiche di screening a disposizione della filiera turistica per poter far tornare non solo i turisti toscani o gli italiani sulla costa, ma anche gli europei e (speriamo) anche gli statunitensi vaccinati a visitare la nostra Firenze.

Ciò che non dobbiamo fare proprio adesso è cedere alla tentazione di aprire ora in modo indiscriminato. Sarebbe un delitto sprecare questo tempo preziosissimo. In questo momento occorre stare accanto alle attività economiche in sofferenza, e su questa linea sta operando il governo Draghi, e procedere alle vaccinazioni di massa dei fragili e dei vulnerabili. Solo così e tutti insieme ne usciremo.

 

(Foto in evidenza by Atoms)